È vero, dietro ad uno schermo, attraverso un video non è la stessa cosa. I bambini e i ragazzi iniziano a mancare. Quando abbiamo scelto di aiutare gli studenti con difficoltà e disturbi dell'apprendimento abbiamo escluso la modalità “a distanza”. Sappiamo quanto è importante per loro e per noi la relazione, fatta di rinforzi positivi, di parole gentili, di incoraggiamenti e allo stesso tempo di timer, di pause, di richiami alla focalizzazione dell’attenzione, di bisogno di spazio e movimento.
“Voi siete la loro tifoseria, dovete fargli capire che siete lì, schierati dalla loro parte, a tifare per loro, sempre e comunque” ci ha insegnato un professore.
È vero, ce ne siamo rese conto giorno per giorno. In queste settimane è stato un pò tutto stravolto e abbiamo deciso di usare anche noi delle modalità a distanza per non lasciarli soli. La scuola e i compiti a modo loro continuano. Ma i nostri ragazzi spesso arrancano. “I giovani sono bravi con pc e tablet”. Ni, è la nostra risposta. Possono essere bravi con i video, con i social, con le chat, ma quando si tratta di registri elettronici, materiale didattico online, link a video e videolezioni il loro essere nativi digitali vacilla. Organizzare, pianificare, ricordare, ascoltare e prendere appunti…non è una cosa immediata, non lo è con le lezioni classiche, alle quali dovrebbero essere ormai “abituati", figuriamoci con modalità che per loro di solito sono di gioco e non di studio. E quindi eccoci, a scambiarci video su whatsapp con mappe e schemi costruiti ad hoc per ogni bambino e ragazzo, videochiamate, telefonate, foto, mail, pianificazioni. Si perché ognuno anche nel mondo digitale che sembra tutti omologare mantiene la sua individualità, ognuno ci richiede una modalità specifica che sente più vicina. Ecco perché siamo distanti ma uniti con i nostri ragazzi. Con ognuno di loro abbiamo la nostra preziosa relazione che è la base per aiutarli davvero.
E alla fine quando ti dicono o ti scrivono “Grazie, ora ho capito!” La giornata non può che essere più luminosa!