La Richiesta d’Aiuto dell’Adolescente

Gli adolescenti vivono nella terra di mezzo tra l'effettiva autonomia e la dipendenza che ha caratterizzato il periodo precedente, l'infanzia. Spesso ondeggiano tra queste due polarità cercando di ritrovarsi, magari grazie ad un nuovo gruppo di coetanei con cui rimanere al passo.

 

In questo periodo di sviluppo i bisogni possono  essere ambivalenti, in contrasto, e come tali non sempre chiaramente compresi o accettati dai giovani stessi e, come tali, agiti: ciò che non si riesce a dire o a comprendere può passare attraverso la messa in atto di un comportamento che lo renda manifesto.

 

L'adolescente non comunica quindi solo con esplicite richieste ma più spesso attraverso le sue azioni. A volte è utile stare a guardare fiduciosi ed accogliere il messaggio, soprattutto se non c'è un effettivo pericolo, talvolta è invece importante intervenire in modo deciso, quando veniamo chiamati nel ruolo di genitori, familiari, insegnanti o educatori. Questa differenza e il tipo di risposta da dare non sono sempre facili da distinguere, viene richiesta la nostra capacità di adulti di formulare un pensiero di questo tipo: cosa mi sta comunicando questo/a giovane con le sue azioni?

 

Sarà più facile capire cosa fare quando la scelta del look e dei vestiti riconduce ad una richiesta di autonomia o di accettazione, più difficile quando la ribellione o i comportamenti potenzialmente devianti ci segnalano di "non mollare la fune", continuare a rispondere dando strumenti affinché si sviluppino nuove autonomie.

 

Il ruolo dell'adulto non è però solo normativo, rispondere in maniera puntuale significa rispondere ad un richiesta educativa, sia essa di protezione, visibilità, contenimento e molto altro. È quindi necessaria una presenza affettiva e relazionale affinché, dopo che si è stabilita la regola, il bisogno non rimanga inascoltato.  Questo tipo di presenza richiede all’adulto stesso di mettersi in discussione e poter fare dei cambiamenti.

 

La richiesta  che trova una risposta permette uno sviluppo sano, quando questa non arriva può invece dare il via a strategie secondarie, non sempre costruttive. Molti autori ricordano di prendere sul serio le azioni degli adolescenti per evitare che "alzino il tiro", con questo si intende non tanto entrare in allarme quanto poter rispondere in maniera chiara e presente al bisogno, magari prendendosi un tempo ed uno spazio di riflessione dove necessario.

 

Quando pensiamo ai modi in cui gli adolescenti chiedono aiuto possiamo quindi considerare che una piccola parte saranno espliciti o diretti, mentre una gran parte passerà attraverso la messa in atto di comportamenti. Gli adulti hanno il compito educativo di comprendere il senso di queste azioni  e rispondere di conseguenza. Pensiamo ad esempio a quando si osserva un importante calo del rendimento scolastico, alla comparsa di nuovi comportamenti, di episodi inaspettati, di una nuova passione o di una nuova amicizia, che tipo di bisogno evolutivo sta segnalando e come posso da adulto rispondere?

La capacità di pensarsi, capire il significato e l'effetto delle proprie azioni, passa dal poter essere stati, a propria volta, pensati. È proprio grazie a questa esperienza con gli adulti che i ragazzi e le ragazze imparano a passare dall'azione al significato e trovare modalità sempre più adulte e sane per occuparsi dei propri bisogni.